martedì 30 settembre 2008

Windows 7 sale sul palcoscenico

Roma - Fino ad oggi molte delle informazioni su Windows 7 sono state diffuse da fonti non ufficiali, ed in particolare da blogger o giornalisti che sono riusciti a mettere le mani su di una versione alpha del sistema operativo. Ma il tempo del riserbo sta per scadere.

Tra poco più di un mese, infatti, il successore di Vista sarà al centro di ben due conferenze Microsoft: la Professional Developers Conference (PDC), che si terrà dal 27 al 30 ottobre, e la Windows Hardware Engineering Conference (WinHEC), che avrà invece luogo dal 5 al 7 novembre. BigM ha ufficialmente confermato che, in occasione di questi due eventi, consegnerà ai partecipanti della PDC una versione pre-beta di Windows 7.

"Sì, avete capito bene. Sarete in grado di installare la vostra copia di Windows 7 e provarla sul vostro hardware", ha dichiarato Mike Swanson, technical evangelist di Microsoft. "Questa è una release destinata ad una stretta cerchia di tester, e i partecipanti del PDC2008 saranno tra i primi ad averla".

Fonte: Punto-informatico
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lunedì 29 settembre 2008

Avatar, quando la mostra è una metafora

Roma - I visitatori si immergeranno in una sala buia. L'impatto con gli schermi accesi sarà dirompente: verranno incuffiati, impugneranno mouse e joystick, si proietteranno in Avatar, la mostra metaforica in programma presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali dal prossimo 11 ottobre.

Per ora Avatar è un sito, un blog, una community, un account Twitter, un profilo sui social network e una manciata di immagini su Flickr: presto diventerà una mostra a tutti gli effetti, una mostra in cui non esistono sale ma un percorso che si dispiega attraverso ambienti sintetici. Il visitatore sarà completamente isolato rispetto alla fisicità dell'ambiente che lo circonda e completamente immerso in una socialità fatta di doppi, animata da conversazioni che passeranno da cuffie e microfoni. Sono contraddizioni che si diluiscono in una mostra da esperire impersonando un avatar, da visitare con la mediazione delle macchine. Si tratta di un'esposizione virtuale che ha l'intento di stimolare i visitatori a ritagliare il proprio significato di mondo virtuale, a comprenderne le dinamiche, a non temerle.

"Si è deciso di sovrapporre significato e significante" ha spiegato a Punto Informatico Carlo Maiolini, curatore della mostra: solo in questo modo, solo catapultando i visitatori in un mondo virtuale è possibile fargli esperire ciò che vivono migliaia di netizen in ambienti creati dalla collettività, alimentati dalla fantasia, popolati da persone rappresentate da alter ego di pixel. Che si tratti di World Of Warcraft piuttosto che di Second Life, di City of Heroes o di Everquest, tutti i mondi immateriali condividono il fatto di stabilire un patto con gli utenti: una volta effettuato l'accesso, il visitatore promette di sospendere l'incredulità e di immergersi in una dimensione altra rispetto alla realtà tangibile e quotidiana. Anche Avatar stipula questo contratto con il visitatore, e lo proietta in una dimensione nella quale sperimentare l'oggetto della mostra, i mondi virtuali.

Fonte punto-informatico
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domenica 28 settembre 2008

Arrivederci Chrome, piacere di averti conosciuto

Roma - Marcia indietro su Chrome? Secondo Vince Vizzaaccaro, executive VP di Net Applications, la risposta è inequivocabile: sì, la gente sta tornando indietro, ognuno al proprio browser preferito pre-Chrome.

L'azienda, che non è nuova ad indagini in questo settore, ha tracciato 40mila siti e ne ha dedotto che Chrome ha costituito lo 0,77 per cento dei browser visitanti. Secondo Nielsen, c'è un calo dell'1,4 per cento dalla prima settimana del rilascio, quando la quota di chromizzati era allo 0,85 per cento.

La presenza in rete del browser di Mountain View, tuttavia, cresce nelle non-working hours, nelle ore non di lavoro, mentre si abbassa sin quasi a scomparire non appena gli impiegati tornano alle proprie occupazioni quotidiane dove Chrome, evidentemente, ancora non trova spazio. D'altra parte - spiega NewsFactor - i browser, sviluppati in epoche in cui non v'era richiesta per contenuti video o musicali, si stanno evolvendo e Google ha voluto essere parte del gioco e ha affrontato il mercato con un browser dalle promesse allettanti: veloce e sicuro.

Fonte punto-informatico
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venerdì 12 settembre 2008

Toshiba mette 240 giga in 5 centimetri

Roma - Nonostante l'avvento dei dischi a stato solido (SSD), Toshiba è convinta che sul mercato ci sia ancora spazio per gli hard disk da 1,8 pollici, una categoria di device in cui il produttore giapponese ha appena introdotto quello che definisce il modello più capiente al mondo. Si tratta dell'MK2431GAH, che grazie ai suoi due piatti fornisce una capacità di 240 GB e una densità di memorizzazione di 344 Gbit per pollice quadrato (531,9 Mbit/mm2).

Insieme a questo modello, Toshiba ha lanciato anche un nuovo micro hard disk composto da un singolo piatto e con una capacità di 120 GB. Questo disco si affianca ad un preesistente modello da 80 GB, e rispetto all'MK2431GAH consuma un meno energia.

Entrambi i nuovi cuccioli di hard disk si rivolgono al mercato dei media player, delle videocamere digitali, dei set-top box e dei PC ultramobili come i MID. In questo settore tali drive devono affrontare la crescente concorrenza dei SSD, rispetto ai quali vantano ancora un miglior costo per gigabyte ma pagano in termini di consumi, peso, affidabilità e performance.

Fonte: Punto-informatico
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domenica 7 settembre 2008

Chrome è un buco nero

Roma - A Electronic Frontier Foundation (EFF) non piace molto il nuovo Google Chrome. Dando corpo ai pensieri di molti navigatori, l'organizzazione pone l'accento sul rischio che il browser si trasformi in quella che definisce "l'ennesima cinghia di trasmissione di informazioni private sul nostro uso del Web dentro i forzieri di Google". Una prospettiva tutt'altro che remota, vista la mole di servizi di BigG integrata nel nuovo navigatore.

Peter Eckersley, un membro dello staff di EFF, spiega che esistono molti modi in cui Google può raccogliere informazioni sulle abitudini e le attività dei netizen. La stessa barra degli indirizzi, che sfrutta il meccanismo di autocompletamento di Google Suggest, genera un consistente scambio di informazioni tra il computer e i server di BigG, fornendo informazioni anche su ricerche e indirizzi che non sono stati neppure confermati con la pressione del tasto invio: persino gli errori di digitazione potrebbero diventare un dato statistico.

Un problema, quest'ultimo, che non sarebbe neppure ristretto unicamente a Chrome. Anche Firefox nella versione 3.0 utilizza lo stesso meccanismo di autocompletamento nella casella delle ricerche (ma non nella barra degli indirizzi, in questo caso), e pertanto lo stesso tipo di informazioni viene scambiato ed eventualmente conservato a fini di studio nei database di Mountain View.

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Fonte: http://punto-informatico.it/2394678/PI/News/chrome-un-buco-nero.aspx

giovedì 4 settembre 2008

No, Wikipedia non è la legge

Roma - Hanno deciso del destino di un'immigrata consultando una pagina di Wikipedia, hanno formulato una sentenza confidando nella cangiante fucina di conoscenza organizzata nell'enciclopedia libera. Ma una corte d'appello ha respinto il giudizio: per conoscere le leggi non basta una pagina di Wikipedia.

Wikipedia è stata impugnata per valutare il caso di Lamilem Badasa, una donna etiope giunta negli Stati Uniti con un passaporto non valido. Badasa aveva poi chiesto asilo e per comprovare la sua identità si era avvalsa di un documento rilasciato dall'Etiopia, un laissez-passer. Gli incaricati del DHS, indecisi sul da farsi, si sono documentati: la pagina di Wikipedia dedicata al lasciapassare li ha guidati nel dirimere la questione.

Si tratta di una pagina nella quale campeggia un avvertimento più che esplicito: "Questo articolo non contiene alcuna citazione né alcuna fonte". Non è bastato agli uomini del DHS sapere che la voce conteneva del materiale non verificabile, soggetto a eventuali discussioni o rimozioni. Lo scarno paragrafo privo di link a fonti giuridiche è stato sufficiente per decretare che la donna in cerca di asilo negli States non avesse diritto ad essere accolta, in quanto incapace di provare la propria identità. Le informazioni fornite dal DHS sono state trasmesse ad un giudice, la cui sentenza è stata vagliata dalla Board of Immigration Appeals (BIA), istituzione che ha confermato il rimpatrio forzato di Badasa.


fonte: http://punto-informatico.it/2393212/PI/News/no-wikipedia-non-legge.aspx

martedì 2 settembre 2008

Google Chrome, il browser di BigG

Roma - Non una vera e propria rivoluzione, ma poco ci manca. Googledeposita nelle caselle di posta (quelle vere, non quelle fatte di bit) di alcuni addetti ai lavori statunitensi un album a fumetti e alza il velo su una novità per certi versi inaspettata: BigG sta lavorando ad un browser web di nuova generazione, basato su WebKit e completamente open source. Progettato tenendo in mente il web 2.0 e la sicurezza dei netizen.

L'inizio dell'album a fumetti che presenta ChromeSi chiama Google Chrome, e ha visto la luce negli scorsi mesi nei laboratori di Mountain View: come detto, la sua base è il motore WebKit utilizzato anche da Apple, già sfruttato da BigG per il browser di Android. A differenza però di altri prodotti che condividono lo stesso engine, Chrome adotta un principio originale per la gestione della memoria.Ciascuna tab di navigazione risiede in un processo separato e questo, spiegano, garantisce diversi vantaggi: primo su tutti, una occupazione ridotta e più razionale della memoria di sistema.

Sotto il cappello di Chrome ciascuna pagina web godrà di totale indipendenza: se questo da un lato eliminerà in un colpo solo tutte le attese legate alla virtual machine java o javascript che congela l'intero browser per colpa di una sola finestra, dall'altra garantirà anche maggiore velocità operativa e sicurezza. La velocità sarà garantita da una macchina virtuale javascript riscritta da zero, denominata V8 e definita più rapida di qualsiasi altra in circolazione: merito, spiegano i tecnici Google, di una garbage collection altamente perfezionata e di una gestione avanzata di classi fantasma che consentono una più efficace gestione degli oggetti generati durante l'esecuzione.

Fonte: http://punto-informatico.it/2390562/PI/News/google-chrome-browser-bigg.aspx