domenica 7 settembre 2008

Chrome è un buco nero

Roma - A Electronic Frontier Foundation (EFF) non piace molto il nuovo Google Chrome. Dando corpo ai pensieri di molti navigatori, l'organizzazione pone l'accento sul rischio che il browser si trasformi in quella che definisce "l'ennesima cinghia di trasmissione di informazioni private sul nostro uso del Web dentro i forzieri di Google". Una prospettiva tutt'altro che remota, vista la mole di servizi di BigG integrata nel nuovo navigatore.

Peter Eckersley, un membro dello staff di EFF, spiega che esistono molti modi in cui Google può raccogliere informazioni sulle abitudini e le attività dei netizen. La stessa barra degli indirizzi, che sfrutta il meccanismo di autocompletamento di Google Suggest, genera un consistente scambio di informazioni tra il computer e i server di BigG, fornendo informazioni anche su ricerche e indirizzi che non sono stati neppure confermati con la pressione del tasto invio: persino gli errori di digitazione potrebbero diventare un dato statistico.

Un problema, quest'ultimo, che non sarebbe neppure ristretto unicamente a Chrome. Anche Firefox nella versione 3.0 utilizza lo stesso meccanismo di autocompletamento nella casella delle ricerche (ma non nella barra degli indirizzi, in questo caso), e pertanto lo stesso tipo di informazioni viene scambiato ed eventualmente conservato a fini di studio nei database di Mountain View.

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Fonte: http://punto-informatico.it/2394678/PI/News/chrome-un-buco-nero.aspx

3 commenti:

Anonimo ha detto...

C'era da aspettarselo da google, oramai l'imperialismo si trasferisce sul web

Anonimo ha detto...

è incredibile il potere che hanno acquisito

Anonimo ha detto...

manca solo che offrono hosting